Il museo perduto
Nel 1961, in occasione delle celebrazioni del Centenario dell’Unità d’Italia, vennero costruiti edifici appositi che ospitarono le varie Esposizioni (italiane ed estere) che costellarono l’Evento. Uno di questi edifici – denominato Palazzo Vela per la sua forma che richiama ancora oggi una vela gonfia di vento – venne adibito a Museo dell’Aeronautica e riempito di reperti storici: velivoli, motori ed altre attrezzature. Nel giugno 1964, durante il primo “Salone Internazionale dell’Aeronautica e delle attrezzature aeroportuali” (eh..sì…in Italia si tenevano Saloni Aeronautici..) venne inaugurato dal Ministro della Difesa On. Andreotti. Dopo l’inaugurazione il Museo non venne tenuto sempre aperto al pubblico ma veniva riaperto saltuariamente in particolari occasioni. Inoltre si perse l’intenzione di svilupparne le capacità e di arricchirlo ulteriormente e venne tenuto come “magazzino”.
Ma, si sa…la passione per l’aeronautica non alberga facilmente nel nostro Paese. Nel novembre 1971, il giornale “La Stampa” riporta il pensiero di un cittadino che si chiede perché non trasformare l’“inutile Museo” in un parco per l’atletica indoor….anzichè ospitare “quattro sgangherati se pur gloriosi aerei”. Il Sindaco di allora, tale Porcellana, prese la palla al balzo e si dichiarò favorevole a tale proposta, dichiarando – evidentemente amareggiato – che “purtroppo esiste una convenzione con il Ministero della Difesa per la destinazione dello stesso a Museo Nazionale del Volo”, ma lasciando intendere che avrebbe fatto di tutto per ottenere tale trasformazione. Non servì a nulla – ovviamente – l’appello, di alcuni giorni dopo, sempre a mezzo lo stesso giornale, di 25 studenti di Ingegneria Aeronautica del Politecnico di Torino che perorarono – citando l’esempio dei Paesi esteri – il mantenimento del Museo in quella che è una delle città “culla” della Storia aeronautica italiana e Sede della maggiore Azienda italiana del settore.
Morale: negli anni successivi, i velivoli presenti a Torino vennero trasferiti nell’ Idroscalo di Vigna di Valle dove, oggi, fanno bella mostra di sé, assieme ai velivoli aggiunti successivamente, nell’attuale Museo della Aeronautica Militare.